domenica 20 maggio 2007

Luis Barragán - Scuderia San Cristóbal - Los Clubes, Messico

Il progetto per la Scuderia San Cristóbal, 1967-1968, forse il più famoso dell'architetto centroamericano Luis Barragán, è l'opera che meglio riassume i concetti del "regionalismo critico", termine concepito da Kenneth Frampton per definire le esperienze architettoniche che si possono definire moderne seppur molto legate alle tradizioni locali.
L'architettura di Barragán si compone di pochi elementi semplici ma ben definiti: murature lineari, spazi chiari, aperture nette, colorazioni intense, corsi d'acqua, fontane, e gli immancabili, silenziosi giardini, facilmente riconoscibili anche nel progetto di Los Clubes.
Le murature, massicce e di intense tonalità che vanno dal rosa al rosso, definiscono sia gli spazi interni che quelli esterni, l'abbeveratoio per i cavalli, alimentato da un getto d'acqua che sgorga direttamente dal muro che scherma l'ingresso alle scuderie, definisce lo spazio di mediazione fra queste ultime, l'abitazione e il giardino.
L'architettura appare sanguigna, molto legata alle caratteristiche locali, ben ritmata nella definizione dei vuoti e dei pieni, come una musica latino-americana, e allegra nei colori come i variopinti abiti messicani.
Gli elementi naturali infine sono sapientemente dosati, divenendo veri e propri componenti architettonici che definiscono spazi ma che allo stesso tempo contrastano, con la loro naturalezza, la semplice ma pur sempre artificiale architettura colorata del grande architetto.

Un'architettura di armonie e contrasti, un'architettura ancor'oggi moderna, dopo qurant'anni dalla costruzione, dopo vent'anni dalla morte di Barragán, uno dei migliori esempi di inserimento dell'architettura nella natura.

Per concludere, vorrei citare questa frase di Vittorio Gregotti che ben esprime il rapporto fra territorio e architettura e che si può perfettamente sposare con l'architettura di Barragán:

"Per costruire il progetto bisogna innanzitutto stabilire una regola... ciò che dà verità e concretezza architettonica alla regola è il suo incontro con il sito: solo dall'esperienza del sito nascono le eccezioni che aprono e formano l'architettura"

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