Tadao Ando - Chiesa della luce - Osaka, Giappone - 1989
Tadao Ando è, ad oggi il più noto architetto giapponese; il suo lavoro si distingue per l'uso dei materiali in purezza, per la geometria semplice ed intuitiva, per l'assenza della decorazione e del superfluo.
Le sue esperienze fondono i ricordi dei viaggi in Europa, Asia e Africa con la tradizione composta del Sol Levante, l'uso del cemento armato e l'inserimento della natura nelle sue architetture.
Pensando alle opere di Tadao Ando, nello spirito di questo blog, mi sono soffermato sul progetto per la Chiesa di Ibaraki, un quartiere residenziale di Osaka, poiché ho pensato a questa architettura come un edificio con una grande componente effimera.
"Quale è il materiale più effimero?" mi chiedevo da qualche giorno, poi ho notato in internet una fotografia di questa piccola cappella fotografata di notte, un edificio spoglio, senza particolarità che però diventa uno spazio di incredibile bellezza quando la luce penetra dai tagli sulla parete retrostante l'altare che incrociandosi formano una grande croce luminosa che pervade il piccolo edificio di culto andando a sfumare sulle pareti laterali e riflettendosi su soffitto e pavimento.
La pianta, è una scatola chiusa di forma rettangolare, intersecata da un muro-diaframma inclinato di quindici gradi che divide la zona adibita alla preghiera da quella dell'ingresso.
Il volume, buio, contrasta con la luce, manipolata architettonicamente, resa astratta e simbolica al tempo stesso, introducendo tensione nello spazio, sacralizzandolo.
I materiali usati sono semplici: tavole in legno grezzo recuperate dalle impalcature, per il pavimento e per le panche, cemento armato gettato in opera da abilissimi carpentieri, reclutati dallo stesso Ando, per le murature.
Lo stesso Ando così descrive la sua opera:
Le sue esperienze fondono i ricordi dei viaggi in Europa, Asia e Africa con la tradizione composta del Sol Levante, l'uso del cemento armato e l'inserimento della natura nelle sue architetture.
Pensando alle opere di Tadao Ando, nello spirito di questo blog, mi sono soffermato sul progetto per la Chiesa di Ibaraki, un quartiere residenziale di Osaka, poiché ho pensato a questa architettura come un edificio con una grande componente effimera.
"Quale è il materiale più effimero?" mi chiedevo da qualche giorno, poi ho notato in internet una fotografia di questa piccola cappella fotografata di notte, un edificio spoglio, senza particolarità che però diventa uno spazio di incredibile bellezza quando la luce penetra dai tagli sulla parete retrostante l'altare che incrociandosi formano una grande croce luminosa che pervade il piccolo edificio di culto andando a sfumare sulle pareti laterali e riflettendosi su soffitto e pavimento.
La pianta, è una scatola chiusa di forma rettangolare, intersecata da un muro-diaframma inclinato di quindici gradi che divide la zona adibita alla preghiera da quella dell'ingresso.
Il volume, buio, contrasta con la luce, manipolata architettonicamente, resa astratta e simbolica al tempo stesso, introducendo tensione nello spazio, sacralizzandolo.
I materiali usati sono semplici: tavole in legno grezzo recuperate dalle impalcature, per il pavimento e per le panche, cemento armato gettato in opera da abilissimi carpentieri, reclutati dallo stesso Ando, per le murature.
Lo stesso Ando così descrive la sua opera:
"La luce è l'origine di tutto: allorché colpisce la superficie delle cose, ne delinea i profili; producendo le ombre dietro agli oggetti, ne coglie la profondità."
1 commento:
visto il tema dell'architettura del sacro, oggi, posto questo link relativo a una nuova chiesa da poco inaugurata in Italia, a Modena
http://www.nuovarchitettura.blogspot.com/
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