sabato 31 maggio 2008

Rem Koolhaas - Public Library, Seattle

L'architettura della Seattle Public Library di Rem Koolhaas, stabilisce relazioni complesse, articolate, sinergiche con il panorama urbano circostante, lo skyline ricco di edifici alti di Seattle, città più importante del Pacific Northwest degli Stati Uniti d'America. La biblioteca, inaugurata nel maggio del 2004, vive all'interno di un volume monolitico, compatto, simile ad un cuneo, eppure sfaccettato e aperto alla città e ai suoi flussi. "We wanted to create a sense of moving between urban spaces and not spaces in a building", racconta Joshua Ramus, collaboratore di Rem Koolhaas. Composto da tre fasce, da uno dei quattro spigoli il blocco presenta, scendendo dall'alto verso il basso, una prima parte dal disegno simile a quello di un capitello dorico, quindi un'altra perfettamente verticale, come il fusto di una colonna, e, infine, una parte tronco-piramidale, come fosse un basamento. Quest'ultima poggia sul livello della strada per tre lati, mentre se ne stacca, quasi a schiudersi verso la strada e a invitare al suo interno, lungo il fronte di ingresso. Le proporzioni, tuttavia, non sollecitano altri rimandi all'iconografia classica, non solo: non appena girato l'angolo, la possibilità di azzardare dei riferimenti viene completamente ribaltata da un'articolazione dei volumi assolutamente diversa dalla precedente, più nervosa, plastica, solo apparentemente casuale. La biblioteca prevede otto livelli collegati fra loro da un sistema di scale mobili. La sua organizzazione interna rivoluziona il tradizionale concetto di biblioteca: essa diventa uno spazio cittadino, una cellula dell'organismo urbano, una piazza al chiuso frequentata non solo dallo studioso, ma anche dal passante che nel "Living room" può intrattenersi per rilassarsi, socializzare, leggere in maniera informale, connettersi a Internet. La biblioteca quindi diventa uno spazio per tutti, per grandi e piccini, per ricercatori o anche per curiosi. Si trasforma in un ambiente che sollecita la sua esplorazione, abbandonando lo stereotipo della classificazione tipologica, divenendo luogo vissuto della città, continuo flusso di utenti e non, in ogni momento del giorno. Si legge nel concept book relativo al progetto: "[...] new libraries don't reinvent or even modernize the traditional institution; they merely package it in a new way".

All'interno Koolhas, utilizzando gli elementi tipici del suo lavoro, gioca sulle interazioni fra le superfici piane delle sale di lettura e le inclinazioni variabili del manto esterno, sulla bizzarria dei colori e sulla scelta di un lettering a grandi caratteri per individuare ora le funzioni delle varie aree ora i corridoi corrispondenti ai numeri delle collocazioni dei volumi. La griglia romboidale del rivestimento in acciaio e vetro si adagia sulle ampie sale di lettura, offrendo un'illuminazione naturale insolita per un ambiente destinato alla riflessione: qui la luce e l'ombra diventano protagoniste di una maglia dalla trama larga e geometrica che si adagia sui banchi di lettura come una rete che cattura al suo interno i lettori. Il lettering guida dall'ingresso, fino al bancone delle informazioni, sino ai libri.
Tappezzeria viola per le "Reading rooms", moquette striata che ricorda le traiettorie delle automobili sul tessuto urbano, scale mobili illuminate dai neon gialli, sala riunioni rosso lacca sono i termini di un linguaggio eclettico, scenografico, mutevole, e comunque mai eccessivo o fuori dalle righe.
Di notte poi, la biblioteca e il suo inserimento nella città ricordano le scene di certa produzione cinematografica sensibile alla rappresentazione della metropoli contemporanea: la luce, veloce, dinamica, sicura, corre sui volumi, li disegna, li scolpisce, li lusinga, restituendoli vibranti ad una nuova corsa, quella della vita cittadina.

Un volume semplice e compatto, riconoscibile e particolare al tempo stesso come tutta l'architettura firmata Rem Koolhaas. Pulita la struttura a maglia romboidale che consente un'ottima illuminazione degli interni grazie alle ampie vetrature. Eclettici e colorati gli interni che rendono accoglienti gli ambienti e gli spazi di passaggio.

2 commenti:

fleo ha detto...

ciao, ottimo articolo, molto interessante :)
ma secondo te non è un scelta opinabile la griglia romboidale che taglia la luce naturale, per un luogo di lettura? è sicuramente di grande effetto e consente grande illuminazione, ma intervalli così ristretti di luce-ombra non risultano un po' fastidiosi per chi sta leggendo?

Emi ha detto...

Sinceramente avrei utilizzato anche io una griglia a maglie di dimensioni maggiori anche se le sale di lettura vere e proprie sono più all'interno e non direttamente illuminate.
Dalla foto si vede molto bene la presenza di spazi di luce ed ombra sui tavoli di lettura.
Certo che vetrate di tali dimensioni hanno bisogno di strutture di grandi dimensioni. Probabilmente è stato un errore del progettista distribuire in questo spazio i tavoli di consultazione.
L'architettura è bella ma la funzionalità deve sempre essere il primo obiettivo del buon progettista...